lunedì 30 marzo 2015

Storie - La Mia (7)













Settima puntata.

Che faccio, accetto? A tutto si può resistere tranne che alla tentazione, ho una certa età, chi me lo fa fare di aspettare ancora? Ma sì. Accetto. E poi l'Editore è simpatico, abbiamo chiacchierato a lungo. Sì, accetto. La spesa è di 500 euro, con compreso editing, studio grafico della copertina, e 30 copie omaggio per me. Ma sì, si può fare.
Mi torna la bozza del manoscritto, con la nota che è scritto già bene, a parte i caporali al posto delle virgolette, qualche E accentata maiuscola e qualche refuso, si può andare in stampa.
Non sono contento. Non mi sembrava a posto, ma forse sono io che pretendo troppo, per me, in qualche passaggio era assolutamente uno schifo. Ma sì, sono io che pretendo troppo. Se dicono che va bene, vuol dire che va bene. Posso finalmente dedicarmi al secondo libro, il seguito della saga. Dovranno essere sette, meglio non perdere tempo.
Per cui, esce. Solita trafila, presentazione e poi distribuzione. E solito risultato: nessuno lo vede, le librerie non lo ordinano, restano sempre e solo gli store su internet.
Mah, chissà come mai.
Faccio ripubblicare Posso dire una cosa? da loro, perché ho pronto I Viaggi di Miao Pioi e vorrei vederlo uscire.
Quest'ultimo è un tributo alla mia infanzia, che ho voluto fare per ricordare gli amici, ma la verve è quella buona.
Spedisco il file, a maggio del 2014.
E' un libro da 60/70 pagine, i Miao Pioi devono essere così, si legge in un'oretta, ma a novembre nessuno in redazione l'ha cagato di striscio.
Pensate a quante cose sono già successe, che avrebbero dovuto dissuadermi, aprire gli occhi. Ma la trance è così, finisci per perdere il senso critico, non ti accorgi di niente neanche davanti all'evidenza. E su, se avesse suscitato interesse a quest'ora eri già in barca, e soprattutto se vendere copie di libri scelti con questo sistema fosse stato il vero business dell'editrice.
Comincio, fortunatamente, ad incazzarmi, e provo a telefonare. Segreterie e non disponibile, o squilli e poi segreteria.
Mando un sms. Niente. Ne mando altri tot. Niente. Scrivo un messaggio su facebook, e finalmente una risposta: "Scusami, è un periodo terribile, sono presissimo, ti chiamo domani ok?"
Bene. Ok. Domani va bene.
Siamo circa al 2 di novembre. Al 25 di novembre sono ancora lì che aspetto la chiamata.
Quanto mi secca dover cercare un altro editore, l'avevo già fatta 'sta fatica, non voglio ricominciare. Questo è un altro motivo per cui la trance che vi dicevo non vi abbandona così facilmente, l'indolenza e, soprattutto, il non voler subire nuovi rifiuti.
Tutto sbagliato.
Ci rifletto un altro po' e m'incazzo definitivamente.
Piuttosto faccio uscire tutto da me, per tanto così.
Alla fine di novembre riesco a parlare con l'Editore. Gli spiego cosa ho deciso di fare. Farò da me, farò uscire tutto quello che ho in cantiere e poi decideremo cosa far rientrare nella loro produzione.
Collegata a loro c'è un'autopubblicazione, decido di utilizzarla.
E qui inizia, finalmente, l'ultimo capitolo del mio travaglio.
-continua-

La vanità












Quando la vanità prevale...

Questa è l'esperienza di un esordiente, vale la pena di dargli un'occhiata.
Quello che andrà notato è quanto l'avventura gli sia servita, alla fine, per intuire il percorso giusto da fare.
La vanità è una brutta bestia, dura da uccidere.
Poi ditemi, confessatemi, che cosa ne pensate.



http://www.danaelibri.it/rifugio/agenda/esperienze_detail.asp?dettaglio=vanita

Fallimenti (1)












Fallimenti (1)

Rifiutato uguale fallimento. Sì e no.
Non si può, infatti, negare che essere respinti, almeno in quel momento, sia un fallimento, di un proposito, di un progetto, di un'aspettativa. Lo è, senza dubbio, ma, in realtà, siete appena stati baciati dalla fortuna.
Sgombriamo, innanzitutto, il campo da tutti quelli che non hanno mai subito un rifiuto, diciamo quelli che "buona la prima", che sono molto pochi, e che per la legge dei grandi numeri rappresentano l'eccezione, per stabilire, così, che non si tratta, appunto, della regola.
E' proprio così, possiamo dire che chiunque ha subito o deve subire il fallimento. Sono talmente tanti che risulta evidente che si tratti della vera regola.
Assodato questo, aspettatevelo, perché non "può" succedere, succede e basta.
Dove sta la fortuna? Sta nel fatto che siete in gioco, che la sofferenza che ne deriva è l'unica in grado di farvi crescere. La vostra reazione deve essere di ricerca del meglio da farsi, di togliere errori, aggiungere contenuto, aumentare la conoscenza di ciò che fate, approfondire in modo maniacale, se occorre, la vostra esperienza. Siete partiti in un modo, ma quando arriverete sarete persone profondamente diverse, in grado di superare qualsiasi ostacolo.
Così hanno fatto tutti quelli che oggi conoscete come famosi, tra rifiuti e fallimenti si sono forgiati, temprati, e hanno vinto.
Ci sono un'infinità di storie che sono andate così, Stan Lee ha cominciato a lavorare in Marvel a 17 anni, ma solo a 40 ha partorito SpiderMan e poi tutti gli altri supereroi che l'hanno consacrato. Ha passato 23 anni di calvario, prima di diventare unico.
Credetemi, ognuno di voi ha un percorso da fare, crune di aghi attraverso cui passare, prima di raggiungere il proprio sé, le cose facili non glielo consentono, ecco perché non dovete pubblicare con chiunque e buttare via i vostri soldi, ma piuttosto accettare la sfida e diventare il primo testimone di voi stessi.
Se dentro di voi c'è veramente un artista, non potete non condividere con me, se, al contrario, c'è un cialtrone che scrive, o fa altro, soltanto per trovare una scorciatoia o per tentare la sorte allora non solo non condividerete con me, ma avete senz'altro sbagliato blog, state perdendo il vostro tempo.
Mi riallaccio a quanto vi ho già detto nelle istruzioni per l'uso, dobbiamo trovare la qualità, ci serve quella, e ogni rifiuto sarà occasione di confronto, ci farà riconoscere di non essere ancora pronti ed anche, addirittura, riconoscere che il nostro interlocutore, che ci sta giudicando, non è all'altezza del compito, e ci basterà leggere quello che pubblica per esserne certi.
Non spaventatevi per il lavoro che dovrete affrontare, perché è appassionante, pieno di gratificazione.
Mollare è un vocabolo che non è contemplato nel vostro vocabolario, la paura di fallire via dalla vostra anima, per non correre il rischio di buttare nella spazzatura il vostro talento.
Stephen King gettò nella spazzatura il suo "Carrie" dopo l'ennesimo rifiuto: “Non ci interessa la fantascienza che si occupa di utopie negative”, gli veniva detto. “Non si vendono bene”. Per fortuna sua moglie lo ha tirato fuori dalla spazzatura.
Siamo tosti, forti, indistruttibili. E bravi. ;-)