Settima puntata.
Che faccio, accetto? A tutto si può resistere tranne che alla tentazione, ho una certa età, chi me lo fa fare di aspettare ancora? Ma sì. Accetto. E poi l'Editore è simpatico, abbiamo chiacchierato a lungo. Sì, accetto. La spesa è di 500 euro, con compreso editing, studio grafico della copertina, e 30 copie omaggio per me. Ma sì, si può fare.
Mi torna la bozza del manoscritto, con la nota che è scritto già bene, a parte i caporali al posto delle virgolette, qualche E accentata maiuscola e qualche refuso, si può andare in stampa.
Non sono contento. Non mi sembrava a posto, ma forse sono io che pretendo troppo, per me, in qualche passaggio era assolutamente uno schifo. Ma sì, sono io che pretendo troppo. Se dicono che va bene, vuol dire che va bene. Posso finalmente dedicarmi al secondo libro, il seguito della saga. Dovranno essere sette, meglio non perdere tempo.
Per cui, esce. Solita trafila, presentazione e poi distribuzione. E solito risultato: nessuno lo vede, le librerie non lo ordinano, restano sempre e solo gli store su internet.
Mah, chissà come mai.
Faccio ripubblicare Posso dire una cosa? da loro, perché ho pronto I Viaggi di Miao Pioi e vorrei vederlo uscire.
Quest'ultimo è un tributo alla mia infanzia, che ho voluto fare per ricordare gli amici, ma la verve è quella buona.
Spedisco il file, a maggio del 2014.
E' un libro da 60/70 pagine, i Miao Pioi devono essere così, si legge in un'oretta, ma a novembre nessuno in redazione l'ha cagato di striscio.
Pensate a quante cose sono già successe, che avrebbero dovuto dissuadermi, aprire gli occhi. Ma la trance è così, finisci per perdere il senso critico, non ti accorgi di niente neanche davanti all'evidenza. E su, se avesse suscitato interesse a quest'ora eri già in barca, e soprattutto se vendere copie di libri scelti con questo sistema fosse stato il vero business dell'editrice.
Comincio, fortunatamente, ad incazzarmi, e provo a telefonare. Segreterie e non disponibile, o squilli e poi segreteria.
Mando un sms. Niente. Ne mando altri tot. Niente. Scrivo un messaggio su facebook, e finalmente una risposta: "Scusami, è un periodo terribile, sono presissimo, ti chiamo domani ok?"
Bene. Ok. Domani va bene.
Siamo circa al 2 di novembre. Al 25 di novembre sono ancora lì che aspetto la chiamata.
Quanto mi secca dover cercare un altro editore, l'avevo già fatta 'sta fatica, non voglio ricominciare. Questo è un altro motivo per cui la trance che vi dicevo non vi abbandona così facilmente, l'indolenza e, soprattutto, il non voler subire nuovi rifiuti.
Tutto sbagliato.
Ci rifletto un altro po' e m'incazzo definitivamente.
Piuttosto faccio uscire tutto da me, per tanto così.
Alla fine di novembre riesco a parlare con l'Editore. Gli spiego cosa ho deciso di fare. Farò da me, farò uscire tutto quello che ho in cantiere e poi decideremo cosa far rientrare nella loro produzione.
Collegata a loro c'è un'autopubblicazione, decido di utilizzarla.
E qui inizia, finalmente, l'ultimo capitolo del mio travaglio.
-continua-
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