mercoledì 8 aprile 2015

Interviste

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Consigli sul da farsi (2)

Consigli sul da farsi (2)

Il fatto che molti autori, e troppi editori, siano diventati marketing-oriented è la dimostrazione che scrivere non solo è diventato un fatto democratico, quindi non solo più appannaggio delle classi colte come un tempo, con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista delle scelte tecnico-letterarie, ma lo ha superato. E superare la democrazia, vuol dire sbracare, significa non avere più una religione.
Ecco, viva la democrazia, ma viva anche la religione, perché il marketing-oriented sarà anche lo specchio dei tempi, ma a tutto deve esserci un limite.
Forse scrivere ciò che vuole il pubblico ha anche un suo valore, ma non lo si può annoverare tra le cose di qualità. Stanno fiorendo romanzi erotici di un vuoto indicibile, nella generazione di youporn sembra che sia l'unico argomento interessante. Va bene, se è la decadenza che dobbiamo raccontare ben venga, questa è la nostra epoca, ma c'è modo e modo. Chi invece vuole scrivere d'altro lo faccia, in un periodo di decadenza anche la speranza diventa un argomento, per esempio.
Torniamo al punto.
I tempi dettano gli argomenti e il linguaggio, ma il testo deve essere comprensibile, completo e soprattutto coerente. Senza coerenza sarà privo di capacità comunicativa: "Gomiti stupiti da un cammello che pilota, un etto di pancetta che non nuota..." (Dado) è l'esempio divertente di un testo che non ha senso logico, e ne ho lette di cazzate scritte da sedicenti romanzieri o poeti, che hanno lo stesso incedere.
Aristotele è stato il primo a codificare i generi letterari, anche se distingueva soltanto il genere narrativo e quello drammatico. Col tempo le classificazioni di sono arricchite ed è diventato più difficile distinguere, molte le contaminazioni, le suddivisioni sempre più particolareggiate, ma una base resta, c'è.
La prima da fare è la distinzione tra un testo letterario e uno che non lo è.
Il testo non letterario è detto anche pragmatico o d’uso, è scritto per uno scopo pratico e senza intenzioni artistiche. Ha un linguaggio ordinario ed essenziale, ciò che conta è il contenuto, senza necessità di sottili interpretazioni, il mondo è quello reale, ciò che viene raccontato è concreto. Un articolo di giornale, un testo giuridico, la narrazione di un fatto successo. Al lettore, per comprendere un testo non letterario, basterà conoscere il codice linguistico con cui è scritto.
In questo caso sarà sicuramente utile per chi scrive, utilizzare il codice più adatto per il pubblico a cui è rivolto, senza dimenticare la massima semplificazione: ci sono testi giuridici che troppo spesso vengono complicati da chi scrive, quasi per un senso inappagato di vanità letteraria, che finiscono per mettere in cattiva luce l'autore. E vale anche per i giornalisti.
Non fatevi prendere dalle suggestioni, in questo tipo di scritti dovete essere utili, non fighi. Vi passo solo qualche editoriale, dove potete concedervi qualche digressione artistica, ma sempre con misura. Chi scrive, per esempio, di politica in modo suggestivo diventa immediatamente un manipolatore, e non va bene.