giovedì 9 aprile 2015

Consigli sul da farsi (3)

Consigli sul da farsi (3)
Più scrittori che lettori, questa è la realtà nel nostro paese.
Paradossalmente è un fenomeno dovuto proprio al fatto che non si legge. Meno si legge e più si scrive, in Italia.
Non ci credete?

Eppure è così. Tempo fa, quando ancora si leggeva, scriveva molta meno gente, perché leggere costringe al confronto, a rendere più complesso il nostro punto di vista, la nostra invenzione. Leggere, e ce n'è, dà equilibrio al mondo intero, per ogni attività umana.
Questo perché per un testo letterario, non è sufficiente la conoscenza del codice linguistico, ma entra in campo la nostra fantasia e la nostra sensibilità, si passa ad una finzione, anche partendo dalla realtà, che rivela un'interpretazione soggettiva e particolare della nostra anima e la nostra visione del mondo. Usciamo dal piano semplicemente letterale, arricchendo il significato del testo, che sarà connotato dal nostro modo di vedere, diventerà personale, soggettivo. E l'unico modo per rendere interessante il nostro pensiero è confrontarlo, leggendo appunto.
Qualsiasi sia il genere che amiamo, in cui vogliamo essere protagonisti, dobbiamo divorare la "concorrenza" per sapere compiutamente che offerta fare.
Succede anche quando apriamo un negozio, per vendere mutande, figuriamoci quando vogliamo fare qualcosa che dovrà incidere sull'animo di qualcuno.
Non c'è altra strada, dobbiamo farlo, per quanto ci spaventi.
E già, una delle paure più grandi di chi scrive è scoprire che qualcuno lo fa meglio. Che ciò che si credeva un'idea fantastica, l'ha già avuta qualcun altro.
La sfida è proprio questa, si è già scritto tanto su ogni aspetto dell'esistenza, ma non si mai scritto tutto, non si finisce mai di arricchire il mondo letterario di un nuovo punto di vista, ed è quello che dobbiamo trovare perché il nostro lavoro abbia un senso.
Se questo confronto ci uccide abbiamo appena scoperto il nostro limite, non è un mestiere che fa per noi, e per quanto internet ci conceda di farlo, non dobbiamo farlo.
Giulio Leoni, semplicemente, dice che una volta letto tutto quello che hanno scritto sul tuo argomento, devi avere la sensazione che manchi qualcosa, e lo scriverai tu.
Mito, leggenda, fiaba, favola, novella o racconto, romanzo, sono poi gli scenari dove la tua storia troverà il modo migliore per essere raccontata, ed anche questa scelta dovrà essere giusta, non tutte le storie sono un romanzo o una favola o un racconto.
Perciò, metodo, ordine, e qualcosa di interessante da dire.
Pasolini diceva che scrivere non ha un senso, è una cosa che fai, che hai sempre fatto, e che continui a fare, ma niente di questo è status od opportunità. Essere scrittori non è un lavoro con il quale guadagnarsi da vivere o la stima del prossimo. Potrebbe succedere, ma non è detto.