Fallimenti (1)
Rifiutato uguale fallimento. Sì e no.
Non si può, infatti, negare che essere respinti, almeno in quel momento, sia un fallimento, di un proposito, di un progetto, di un'aspettativa. Lo è, senza dubbio, ma, in realtà, siete appena stati baciati dalla fortuna.
Sgombriamo, innanzitutto, il campo da tutti quelli che non hanno mai subito un rifiuto, diciamo quelli che "buona la prima", che sono molto pochi, e che per la legge dei grandi numeri rappresentano l'eccezione, per stabilire, così, che non si tratta, appunto, della regola.
E' proprio così, possiamo dire che chiunque ha subito o deve subire il fallimento. Sono talmente tanti che risulta evidente che si tratti della vera regola.
Assodato questo, aspettatevelo, perché non "può" succedere, succede e basta.
Dove sta la fortuna? Sta nel fatto che siete in gioco, che la sofferenza che ne deriva è l'unica in grado di farvi crescere. La vostra reazione deve essere di ricerca del meglio da farsi, di togliere errori, aggiungere contenuto, aumentare la conoscenza di ciò che fate, approfondire in modo maniacale, se occorre, la vostra esperienza. Siete partiti in un modo, ma quando arriverete sarete persone profondamente diverse, in grado di superare qualsiasi ostacolo.
Così hanno fatto tutti quelli che oggi conoscete come famosi, tra rifiuti e fallimenti si sono forgiati, temprati, e hanno vinto.
Ci sono un'infinità di storie che sono andate così, Stan Lee ha cominciato a lavorare in Marvel a 17 anni, ma solo a 40 ha partorito SpiderMan e poi tutti gli altri supereroi che l'hanno consacrato. Ha passato 23 anni di calvario, prima di diventare unico.
Credetemi, ognuno di voi ha un percorso da fare, crune di aghi attraverso cui passare, prima di raggiungere il proprio sé, le cose facili non glielo consentono, ecco perché non dovete pubblicare con chiunque e buttare via i vostri soldi, ma piuttosto accettare la sfida e diventare il primo testimone di voi stessi.
Se dentro di voi c'è veramente un artista, non potete non condividere con me, se, al contrario, c'è un cialtrone che scrive, o fa altro, soltanto per trovare una scorciatoia o per tentare la sorte allora non solo non condividerete con me, ma avete senz'altro sbagliato blog, state perdendo il vostro tempo.
Mi riallaccio a quanto vi ho già detto nelle istruzioni per l'uso, dobbiamo trovare la qualità, ci serve quella, e ogni rifiuto sarà occasione di confronto, ci farà riconoscere di non essere ancora pronti ed anche, addirittura, riconoscere che il nostro interlocutore, che ci sta giudicando, non è all'altezza del compito, e ci basterà leggere quello che pubblica per esserne certi.
Non spaventatevi per il lavoro che dovrete affrontare, perché è appassionante, pieno di gratificazione.
Mollare è un vocabolo che non è contemplato nel vostro vocabolario, la paura di fallire via dalla vostra anima, per non correre il rischio di buttare nella spazzatura il vostro talento.
Stephen King gettò nella spazzatura il suo "Carrie" dopo l'ennesimo rifiuto: “Non ci interessa la fantascienza che si occupa di utopie negative”, gli veniva detto. “Non si vendono bene”. Per fortuna sua moglie lo ha tirato fuori dalla spazzatura.
Siamo tosti, forti, indistruttibili. E bravi. ;-)
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