venerdì 27 marzo 2015

Storie - La mia (4)










Quarta Puntata.

Viene alla luce, e mi vengono recapitate le mie 180 copie. L'accordo era che in quel momento ci saremmo risentiti per concordare i tempi del rimborso, invece niente, non mi chiama nessuno. Faccio l'indiano, tanto che me ne frega, ma procedo alla vendita delle copie, non si sa mai. Dopo una decina di giorni mi chiama l'Ufficio Promozione, per presentazione, interviste in radio (locali, non pensate) e televisive. Del rimborso non se ne parla. Procediamo con tutto il resto. Alla presentazione a Roma, nella loro libreria, spettatori circa 20, autori circa 6, venduta una copia. Dal momento che non è un parente la prendo come una vittoria, intanto spulcio le produzioni degli altri colleghi e mi rendo conto che fanno davvero cagare. Mi sorge il dubbio che faccia cagare anche il mio. Però, non ho pagato, quindi mi convinco che non può essere così. E per quanto la mia ansia di contributo duri per tutti i due anni di contratto, nessuno mi chiede più soldi. E' anche vero che oltre alle mie 180, il libro vende circa 300 copie, per me un successo editoriale senza precedenti (per forza), ma di royalties sulle 120 neanche l'ombra. Poco male, se tutto va bene siamo pari. Come mai 300 copie? Faceva così schifo? Non lo so, dovreste leggerlo per saperlo, non posso dirvelo io e non ve lo direi neanche se lo sapessi, chiaramente. E se invece di considerarle tante, provo a considerarle poche ed a capire come mai? Compito facile. La promozione era di facciata, ma del tutto inconsistente, il distributore non ho mai capito chi fosse, le librerie non lo ordinano, mi riferiscono molti amici. Provo a spostarli sugli store internet, tipo ibs.com, ma a parte qualcuno capace, per il resto non ci prova nessuno. In un era in cui sopravvivono i paleotecnici era il minimo che potessi aspettarmi.
Si conclude così la mia prima avventura editoriale.
Devo dire che ho ricevuto giudizi lusinghieri, chi è riuscito a leggerlo me ne ha parlato bene. Per quanto fosse uno scritto che veniva da anni prima, era sempre il primo, sicuramente potrò soltanto crescere.L'unico tarlo erano le parolacce che avevo tolto, mi ero lasciato prendere dai dubbi e dalla vergogna, ma era stato un errore, dovevo riparare.
-continua- :-)

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