domenica 29 marzo 2015

Scrittori rifiutati - (1)












Scrittori rifiutati.

C'è un aspetto che dovete considerare. 40/50 anni fa, era tutto da costruire, avevamo poco, e nessun altro bisogno da soddisfare, il mercato, perciò, generava nuovi bisogni, e lo ha fatto per molto tempo, fino alla saturazione. Siamo arrivati a credere di avere una quantità di bisogni inimmaginabili, che non sono davvero così, tant'è che, con la crisi, a molte cose cominciamo a rinunciare, e molte aziende chiudono. Dal generare mercato si è passati, oggi, a seguire ciò che il mercato vuole, quali bisogni sono sopravvissuti alla scorpacciata. Questo per dire, che un prodotto nuovo, originale, era molto più facilmente vendibile anni fa che oggi. Il nuovo, l'originale, implica rischi economici più alti di qualcosa che ci risulta più familiare. Nel caso della scrittura, il familiare corrisponde al comprensibile.

Tutto questo spiegone per dirvi che se siete originali, avete il primo problema.
L'originalità poi, sta nella storia, nello stile, nella struttura, di un libro, se fate un lavoro così accurato di problemi ne avrete diversi. Sia chiaro che sto dando per scontato il fatto che si è raggiunti la maturità, nello scrivere, cosa dalla quale non si può prescindere, e cosa della quale manca anche chi scrive. Per il momento ho solo la consapevolezza di ciò, sono in viaggio e non so neanche se arrivo.
Detto questo, vediamo vincere concorsi, anche importanti, a novelli Pirandello, Svevo, Sciascia, o Follett, Smith, o Dan Brown e via dicendo.
Per capirci, anche Dante Alighieri si è ispirato a Virgilio, ma la sua opera è arrivata a far rimanere Virgilio un'ispirazione, non la scimmia sulle spalle. Ognuno di noi muove i passi da qualcuno, ma se non arriva a sé è inutile che proceda.
Ma in un mercato orientato, come dicevamo, copiare rende di più che inventare, tenetelo presente, anche se poi leggere diventa inutile.
L'originalità nasce da qualcosa di importante, come dice, e mi trova d'accordo, Giulio Leoni, dopo che hai letto tutte le storie del genere che ti piace, ti accorgi che ne vorresti leggere ancora, e allora le scrivi tu. Ma tu, non altri da te.
E la maggior parte delle volte che un'anima si apre succedono cose come quelle che sono successe a moltissimi grandi scrittori.

Il manoscritto de Il diario di Anna Frank di Anna Frank ricevette questo commento editoriale: "Questa ragazza non mi sembra che possieda una percezione speciale o un sentimento in grado di sollevare il suo libro sopra il livello della curiosità." (fonte: FerruccioGianola da BubbleCow)
E sì, che la vostra originalità, compiuta, finita, degna, colpisca un editore, che ha la sua umanità con cui fare i conti, ci vuole davvero tutta.
Ma non vi scoraggiate, lavorate sodo, arrivate al vostro dunque, che quello di chi vi deve giudicare e accettare sta tra le palle di Giove, spessissimo.

Un editor una volta disse a Francis Scott Fitzgerald: "Sarebbe un libro decente se ti sbarazzassi del personaggio di Gatsby".

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